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La fiera del Rapulè a Calosso

20/10/2012 - 21/10/2012

Calosso

Appuntamento fisso nell’agenda dell’autunno astigiano, (terzo week end di ottobre), questa manifestazione trae ispirazione, per il nome, dall’antica e tradizionale pratica della vendemmia dei grappoli tardivi, detti nel dialetto locale Rapulin ‘d San Martin.
Il terzo week-end di ottobre, terminate per molte aziende le fatiche della vendemmia, quando il clima si rinfresca e le campagne si tingono dei colori caldi e vivi dell’autunno, il borgo di Calosso si anima grazie al percorso enogastronomico che consente ai turisti accorsi di deliziare il palato con l’ampia scelta dei piatti tipici della cucina locale proposti accompagnati dai vini DOC e DOCG dei 27 produttori che fanno parte dell’Associazione Crota ‘d Calos.
A far da cornice alle degustazioni saranno i crutin, antiche cantine scavate nel tufo di cui è provvista la maggior parte delle abitazioni del concentrico; i visitatori saranno guidati attraverso un suggestivo itinerario che si snoda nel sottosuolo del borgo calossese.
Per tutta la durata della festa le vie e le piazze del centro storico sono allietate da figuranti, artisti di strada e, la domenica, da un vivace mercatino a Km Zero, sulle cui bancarelle sono esposti prodotti di vario genere, appartenenti alla così detta filiera corta.
Una fiera, quella del Rapulé, la cui importanza e la cui popolarità si è consolidata ampiamente oltre i confini della comunità, e che sarebbe irrealizzabile senza il contributo fondamentale dei molti calossesi che, anno dopo anno, mettono in campo tutto il loro impegno.
La domenica pomeriggio ecco la tradizionale pigiatura con i piedi dei rapulin sui carri con le bigonce, con l’elezione della Miss Rapulera, preceduta da una parata multietnica, cui prendono parte gli stranieri presenti nel territorio calossese, con bandiere, abiti tipici, strumenti musicali, a indicare quanto Calosso sia attraente anche per persone le cui radici affondano in terre più lontane, ma che qui hanno scelto di vivere con le proprie famiglie.

Ma cosa vuol dire "rapulè"?
Il termine deriva dalla parola piemontese "rapul", che significa "grappolo", e indica l'operazione di raccolta dei rapulìn, ovvero i grappoli più piccoli che restano dopo la raccolta dell'uva.

 

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