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Categoria: Le ricette

Seadas con pecorino e fichi

Provenienza
Sardegna

Ingredienti per 4 porzioni
Per la pasta

Farina 0 gr 250
Burro gr 20
Zucchero gr 25
Tuorlo d’uovo gr 20
Uova intere gr 25
Rhum gr 15
Vino bianco gr 50
Vaniglia gr 5
Cannella in polvere gr 1
Sale q.b.
Per il ripieno
Fichi gr 100
Pecorino Sardo fresco gr 30
Zucchero gr 10
Cannella in polvere gr 1
Per la salsa
Miele di corbezzolo gr 150
Zucchero a velo gr 20

Procedimento
Per la pasta

Mettete in una bacinella la farina, il burro, le uova intere, i tuorli, il rhum, il vino bianco, gli aromi e amalgamate bene. Lavorate l’impasto fino a renderlo liscio ed elastico e lasciatelo riposare per circa un’ora coperto con pellicola trasparente.
Per il ripieno
pelate i fichi, tagliateli a cubetti, conditeli con lo zucchero, il pecorino fresco grattugiato e la cannella.
Stendete la pasta in foglie sottili, tagliatela a quadri di 6 cm, farcite con il ripieno, pennellate i bordi con acqua e chiudete a triangolo.
Friggete le seadas in olio extravergine d’oliva a 160°C, scolate e asciugate con carta assorbente. Scaldate il miele, unite lo zucchero a velo e portate alla temperatura di 130°C.
Versate sui piatti la salsa a specchio, sistematevi le seadas e guarnite con foglie di menta.

Seadas con pecorino e fichi con il Moscato d'Asti
La percezione zuccherina delle seadas, data dai fichi maturi, è l’elemento dominante dell’abbinamento gastronomico. Questa sensazione viene colta in modo in altalenante perché si contrappone naturalmente alla tendenza acidula, che deve essere tipica del pecorino fresco utilizzato ed alla tendenza amarognola del miele di corbezzolo. Nei casi in cui sono varie le percezioni saporifere che contribuiscono a “dare” il gusto, come in questo caso, si opta sempre per un evidente sensazione di dolcezza nel vino. I Moscato d’Asti prodotti nell’area a maturazione precoce, tra le vigne di Strevi, Cassine, fino ad arrivare a quelle di Nizza Monferrato, forniscono sufficienti garanzie d’equilibrio in merito. Vi e’ poi da tener conto della frittura che comporta sempre “impegni” tattili nel vino, in questo caso assolti dall’armonica presenza dell’anidride carbonica; infine altro parametro da tenere in buona concordanza è la fragranza aromatica, che in entrambi gli elementi del connubio determina uno dei fattori di maggior piacevolezza.
 

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